La condanna per procurato allarme da parte del Tribunale di Modena ad un Comitato No Vax ristabilisce finalmente un punto di equilibrio. Le informazioni che possono determinare i comportamenti delle persone, orientandone le scelte arrivando perfino a destabilizzarle, devono essere fondate su dati e presupposti scientifici.
Dal 2004 il Nimby Forum fa il monitoraggio sui media nazionali e locali degli articoli pubblicati sul tema della contestazione alle infrastrutture. E in questa lunga e approfondita analisi del dissenso il tema centrale del contendere è stato e continua ad essere proprio il rapporto tra la verità e la qualità dell’informazione. Le polveri bruciate dal termovalorizzatore di Acerra sono nocive per la salute dell’uomo? Il tunnel della Tav produrrà stravolgimenti permanenti nell’ecosistema della Val Di Susa? Le esercitazioni militari in Sardegna sono pericolose per l’incolumità dei residenti? Quale impatto possono avere sulla salute delle persone i grandi investimenti nelle infrastrutture energetiche? Chi giudica e valuta l’attendibilità e l’affidabilità delle stime economiche fornite con una certa insistenza su argomenti e tematiche difficili da monitorare, come accade di frequente? Le risposte a queste domande hanno un comune denominatore: individuare chi è il regolatore che stabilisce quale è il valore scientifico delle informazioni. Qualora il dissenso e la contrarietà alle infrastrutture, così come su temi sensibili come i vaccini, venissero costruiti non su informazioni scientifiche ma da soggetti che non hanno alcuna autorevolezza in materia, se non quella che gli deriva dalla rete e quindi anche da un algoritmo, i media (anche quando questi soggetti sono strumentalizzati dalla politica che li sostengono non per dovere di informazione ma solo per istigare paura e tensione nella pubblica opinione) dovrebbero offrire alle loro argomentazioni spazi di visibilità, oppure ignorarli significa venire meno alle regole della democrazia?