Alcune idee da mettere in piedi per il rilancio del sistema economico nel mio editoriale su Il Messaggero.

Se la crisi dovesse durare almeno 80 giorni (il tempo che ha impiegato la Cina per ritornare alla quasi normalità della produzione industriale), le imprese italiane avranno perso il 30% del loro fatturato su base annua.

L’impatto del virus sull’economia italiana sarà quindi di ampia portata, perché di fatto sta paralizzando il sistema industriale che non sarà più lo stesso, si pensi all’accentuazione del fenomeno dello smart working, alla ridefinizione delle filiere industriali, alla gestione immobiliare degli spazi liberati dagli impiegati rimasti a lavorare da casa, soluzioni che produrranno degli effetti anche sulla mobilità sostenibile nelle città.

La Commissione Europea per fronteggiare l’emergenza ha messo in campo una strategia che vale 8 miliardi di euro, basata su due fronti: il ricorso ai fondi europei e alcune modifiche al Fondo di Solidarietà. Gli 850 milioni di euro che la Commissione Europea ha stanziato per il momento per l’Italia (cifra che appare ad oggi esigua), dovranno essere gestiti proprio dalle Regioni.

In una crisi globale, che ha accentuato ancora di più la crescita ipertrofica delle filiere industriali a dispetto dei tradizionali cluster, cosa può mettere in campo una Regione per contribuire a fare ripartire l’economia locale?

La Regione Abruzzo, attraverso l’assessore alle Attività Produttive Febbo, ha già annunciato la costituzione di una task force regionale e l’approvazione di una specifica legge che prevede misure straordinarie di contrasto alla crisi, quali la sospensione della riscossione diretta di tutte le imposte, tasse e tributi speciali di competenza della Regione; la riprogrammazione dei fondi statali non vincolati e non impegnati; l’utilizzo dei Fondi Strutturali e di Investimento europei, attraverso la riprogrammazione delle risorse afferenti al periodo di Programmazione europea 2014-2020 che risultano non formalmente impegnate.

Il tempo, quindi, diventa un fattore decisivo da aggredire e l’Abruzzo nel settore del turismo ad esempio, dovrà avere una strategia di rilancio chiara entro i primi 15 giorni di aprile per provare ad impattare positivamente sulle regioni di prossimità.

È molto probabile, infatti, che gli Italiani scelgano anche per motivi economici l’Italia come meta della prossima stagione estiva, e per il turismo abruzzese si possono aprire scenari importanti se vengono coinvolti per tempo i residenti del Lazio, della Campania e dell’Umbria.

Ma è sulla capacità di incidere sulla nuova programmazione dei Fondi Ue che si decide la capacità di resilienza della Regione. Dopo un triennio in crescita, infatti, l’export regionale ha fatto segnare un primo stop significativo nel 2019 (-8,3%), al quale ha fatto seguito un ulteriore inizio di anno negativo (-1,3%). Va accelerata, quindi, la costituzione della task force annunciata dalla Febbo e chiesta con una lettera inviata al presidente Marsilio dal sistema produttivo abruzzese e da Leo Malandra, segretario regionale della Cisl, che avrà anche un compito decisivo: individuare quegli strumenti per aumentare la platea di potenziali imprese che possono crescere e diventare competitive in un contesto globale modificatosi radicalmente in queste ultime settimane.