Integrare le politiche migratorie ed energetiche, con la consapevolezza che solo dal rafforzamento delle relazioni con i Paesi del Mediterraneo si possano trovare soluzioni concrete ai problemi dell’Europa sulle migrazioni e l’energia.
Possono essere riassunti con questa istantanea gli ultimi mesi del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dal bilaterale di giugno con il cancelliere tedesco Scholz, agli incontri successivi in Tunisia con il presidente Saied e negli Stati Uniti con il presidente Biden e Kissinger, fino alle visite lampo in Albania e in Grecia di agosto, Meloni ha lavorato costantemente per costruire una piattaforma comune nel Mediterraneo su migrazioni ed energia e porre, alla viglia delle elezioni europee, l’Italia al centro di questo nuovo scacchiere geopolitico, il cui peso in un’ottica di contenimento della Cina e della Russia in Africa soprattutto oggi che la Francia è ridimensionata perché ha fallito la sua missione, ha avuto il riconoscimento anche degli Stati Uniti e dalla Nato. Se con la Grecia, oltre ad una posizione comune sulla politica migratoria (rigida sorveglianza delle frontiere e lotta contro le reti di trafficanti) c’erano già affinità politiche e strategiche proprio sull’energia, basti pensare alla cooperazione sul gas e al porto di Alexandroupolis, alle interconnessioni come il cavo sottomarino Ionian che collega Crotone con Preveza per migliorare la connettività internazionale della Grecia, con la Germania Meloni è stata abile a integrare le questioni migratorie con i temi di politica energetica e industriale.Il cancelliere tedesco, per sopperire alla mancanza di energia dopo lo stop alle forniture russe e la contestuale chiusura delle ultime tre centrali nucleari, è interessato anche alle forniture di idrogeno, che dall’Algeria potrebbero arrivare in Germania attraverso la pipeline South H2. E l’Italia nella geopolitica dell’energia, anche grazie al controllo delle reti di trasmissione, è molto più influente che nel passato. E ambisce giustamente a diventare l’hub energetico del Mediterraneo, come la stessa Meloni ha avuto modo di ribadire anche al premier albanese Rama, i cui rapporti cordiali saranno utili per riaffermare la centralità dei progetti transfrontalieri in un’ottica di collaborazione tra l’Italia e i Balcani, ancora più unite dopo che sarà realizzato il nuovo collegamento di Terna con l’Albania che fa seguito a quello costruito alcuni anni fa con il Montenegro.

Che le politiche energetiche e migratorie da attuare siano condivise anche in chiave elettorale per le prossime Europee in un’ottica di rafforzamento dell’asse tra i conservatori ed i moderati, lo conferma la posizione espressa sul Mediterraneo dal leader del PPE Manfred Webera Tunisi. Weber alcuni giorni fa ha sottolineato che l’Ue deve ripensare in modo integrato il suo approccio al fronte sud, tema sul quale si è registrata una perfetta sintonia tra Meloni e il premier greco Mitsotakis.