Il Sud (e l’Abruzzo) ripartono con l’industria. Bene gli sgravi contributivi e il Recovery Fund, ma occorre sostenere gli investimenti industriali e le PMI. 13,5 milioni di euro da destinare immediatamente alle PMI e alle Reti d’impresa. Il mio intervento sul Messaggero.

Gli sgravi contributivi del 30% sul costo del lavoro concessi alle imprese insediate nel Mezzogiorno nel Decreto Legge di agosto costituiscono una misura utile, che però assumerebbe valenza strutturale se fosse prolungata nel tempo, perché al momento è limitata al periodo ottobre-dicembre 2020.

Il Governo vorrebbe prolungarla sino al 2029 sia pure con un’agevolazione differenziata, che resterebbe al 30% sino al 2025, scendendo al 20% sino al 2027 e poi al 10% nel biennio successivo.

Mentre si progettano interventi che dovrebbero imprimere un forte impulso alle regioni meridionali, un tema va posto in modo inequivocabile: evitare di indebolire le capacità produttive già insediate nel Mezzogiorno (e quindi anche in Abruzzo), ma anzi, se possibile, ammodernarle e renderle sempre più competitive. Con gli accordi di sviluppo, ad esempio, sono stati sostenuti di recente nuovi investimenti in Abruzzo di Thales Alenia, Metallurgica Abruzzese, Tecnomatic, Diatec e il progetto Clip (Fater, Cellulose Converting Solutions, Eurofil, Fameccanica Data, Ontex manufacturing Italy, Pantex International e Texol), che rappresenta il più importante accordo in tema di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica mai sottoscritto dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Il peso dell’industria dell’automotive sul PIL abruzzese e sull’export è rilevante.

Prima di proporre altri programmi da finanziare con le risorse del Recovery Fund, va compiuta un’accurata verifica al MISE sulle conseguenze che potrebbero produrre anche per l’automotive le scelte dei nuovi piani industriali di Stellantis, la futura società che nascerà dalla fusione fra Peugeot e FCA.

Le notizie circolate negli ultimi giorni secondo cui alcuni nuovi modelli della FCA verrebbero prodotti su piattaforme già esistenti della Peugeot ma non in Italia, con il possibile spostamento delle subforniture da alcune aziende insediate anche nel Sud ad altre di nazionalità francese, stanno creando forti preoccupazioni.

Il comparto automotive nel Mezzogiorno include grandi fabbriche ad Atessa, a San Nicola di Melfi, a Pomigliano d’Arco e tantissime aziende non solo locali, ma anche multinazionali produttrici di varia componentistica (TD Bosch, Marelli Calsonic Kansei, Adler, Bridgestone, Skf, Magna, Dana, Denso Manufacturing, TI Automotive, Pilkington, Dayco), molte delle quali presenti anche in Abruzzo.

L’automotive dei veicoli commerciali continua a registrare performance positive anche nella prima estate segnata dal Covid-19, e alla Sevel a luglio ci sono state 50 nuove assunzioni con contratto di somministrazione, 2 giornate di straordinario (5 e 19 luglio), mentre 111 contratti in scadenza sono stati trasformati in staff-leasing e 100 trasfertisti sono arrivati da Pomigliano.

Nel 2021 ad Atessa si festeggeranno i 40 anni della joint venture FCA-Peugeot. È auspicabile, anche alla luce di questo importante anniversario, promuovere tutte quelle misure che incentivano il contributo delle PMI e della grande industria al futuro dell’Abruzzo.

Abruzzo Sviluppo, nell’ambito delle sue competenze, si sta già attivando per mettere in campo circa 13,5 milioni di euro da destinare al microcredito e alle reti di impresa, per sostenere il sistema abruzzese delle PMI.

In questi giorni il segretario regionale della CGIL Carmine Ranieri ha ricordato che le vertenze abruzzesi al MISE sono oltre 100.

Senza gli investimenti del sistema industriale l’Abruzzo rischia di fermarsi per sempre.